di PAOLO CRISTOFARO
Si è espresso ieri, finalmente, il Tar della Calabria sulla vicenda dell'esproprio non concluso a Squillace Lido, dove il Comune ha difatti occupato un terreno, nel 2004, per costruirvi la scuola materna, senza pagare il dovuto ai proprietari, i quali avevano chiesto 345mila euro di risarcimento danni, considerando i vari fattori accumulatisi negli anni (LEGGI QUI).
Il Tribunale, dopo la camera di consiglio tenutasi il 12 febbraio 2020 (LEGGI QUI), visto che "le parti contrastano sulla competenza dell'Ente locale o dell'organo straordinario di liquidazione nominato a seguito del dissesto ed in conseguenza sull'ammissibilità o meno del giudizio di ottemperanza", ha stabilito che, al contrario di quanto lo stesso commissario Mario Pizzino aveva affermato, in una nota di risposta alle istanze della minoranza (scritta dall'avvocato Anna Maria Mungo, capogruppo di "Squillace in Movimento"), che la competenza sia proprio dell'OSL (Organo straordinario di liquidazione).
"Essendo il debito risarcitorio insorto antecedentemente al dissesto (2009), pur se appurato con giudicato ad esso successivo (2017), esso gravi sulla competenza del commissario straordinario (Consiglio di Stato 1240/2019)", scrive il Tar. "In particolare, essendo il fatto illecito fondato su dichiarazione di pubblica utilità, esso non sia un illecito puro che esula dal concetto in quanto sebbene il giudizio abbia carattere risarcitorio, nella fattispecie viene in gioco un originario atto di gestione, costituito dalla delibera consiliare (124/2003)". Pertanto il Tribunale ha stabilito che "il ricorrente chiami in causa l'organo straordinario di liquidazione del Comune di Squillace [...] entro 30 giorni dalla comunicazione della presente" e ha fissato una nuova udienza per il 6 maggio 2020.
Nel frattempo il Comune ha interpellato un tecnico esterno (LEGGI QUI) per la quantificazione "in proprio" del danno ai privati. Il tecnico è stato individuato nell'architetto Rosa Viceconte, che il 13 febbraio 2020 ha prodotto una sua perizia tecnica con la stima del risarcimento (acquisita al protocollo giorno 18 febbraio), quantificandolo in 253mila euro circa, cioè 92mila euro in meno rispetto alla richiesta dei privati. Tutta la vicenda è sorta, tirando le somme, per una cifra originaria di valutazione del bene che da determina n°24/2009 risultava essere di poco più di 47mila euro, come ha indicato anche, in una nota inviata ad uno degli avvocati della controparte, Gianfranco Marcello, lo stesso sindaco, Pasquale Muccari. Il Comune, al Tar, è stato difeso dall'avvocato Alessandro Consolo.
Certamente risulta strana una costituzione in giudizio tardiva da parte del Comune a pochissimi giorni di distanza dall'udienza del 12 febbraio, come strana appare pure la posizione di parte della maggioranza comunale che, nonostante la posizione dell'Ente in Tribunale che era di insistenza rispetto ad una competenza del commissario straordinario, continuava a propendere per un inserimeno nella gestione corrente.
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